cibo, tradizione, ricordi.

Ricordo da piccola, uscendo da casa e percorrendo i vicoletti del centro storico, l’odore forte del basilico esposto, lavato e lasciato asciugare al vento.
Il profumo del pomodoro messo a cuocere negli enormi pentoloni, il colore rosso acceso dei pomodori appena raccolti nei campi e i ragazzini di famiglia a “capà” (selezionare) solo i migliori.

Il momento della salsa era, ed è, una vera riunione di famiglia, degna di un pranzo di Natale, dove i commensali hanno un ruolo ben preciso, dove i bambini erano gli addetti alla selezione e al lavaggio, gli uomini al sollevamento delle cassette e dei cesti, alla cottura, all’avvitamento dei tappi sulle bottiglie, le donne al riempimento , al tocco profumato del basilico sul fondo, e alla disposizione delle bottiglie sugli enormi scaffali riempiti con il magnifico colore rosso della salsa fatta in casa.

“A capet”

la selezione dei pomodori più maturi e rossi, scartando tutti quelli che presentano imperfezioni

A lavèt

A lavèt

Il lavaggio dei pomodori, versando quelli selezionati nella prima bacinella d’acqua, lasciandoli in ammollo per poi trasferirli in un’altra per l’ultimo lavaggio.

A plèt

A plèt

in grandi pentoloni, una volta che l’acqua bolle, vengono versati i pomodori, i quali una volta cotti, vengono fatti scolare in ceste forate. In base a quanto tempo si lasciano scolare, si otterrà una passata più o meno densa.

U vasacuj

U valsacuj

A passèt

A passèt

Il basilico fatto asciugare al vento verrà posto sul fondo delle bottiglie, per profumare la salsa.

Attraverso poi la macchina di spremitura, oggi elettrica, nasce la salsa. L’apparecchio separa le bucce dei pomodori le quali si ripassano ancora una volta poiché è ancora presente del succo.

u valsacuj ntrì buqquacc

u valsacuj ntrì buqquacc

A sals

A sals

Si procede finalmente al riempimento delle bottiglie. Si adagia una profumatissima foglia di basilico sul fondo versandoci poi la salsa, si chiudono bene le bottiglie stringendo i tappi e si sistemano in un pentolone, il quale verrà riempito di acqua e portato in ebollizione in modo da sterilizzare le bottiglie e poterle conservare per tutto l’anno.

Così mamma, come nonna prima di lei, all’apertura di ogni bottiglia espande per tutta la casa l’odore della passata di pomodoro fatta in casa. Le mani di nonna, che impastavano e creavano le orecchiette, mi passavano ogni volta un pezzettino di massa così da tenermi buona insegnandomi ad impastare con pazienza e costanza.

Adesso chiudete gli occhi insieme a me, immaginate le orecchiette, il sugo denso e colorato, prodotto in estate, e una spolverata di cacioriccotta.

Colori, profumi, ricordi, tradizione…la nostra terra.

Foto & testo: G&M